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Non รจ tutto oro quel che brilla: Car Sharing

Leggo spesso notizie di cittร di medio/piccole dimensioni, e il piรน delle volte di grande pregio storico, che decidono di adottare servizi di Car sharing, ย in particolare nella modalitร ย โfree floatingโ (lโaccesso e il rilascio della vettura inย qualsiasi punto del tessuto urbano ) ed elettrico (con gestione dei livelli di batteria e colonnine di ricarica ).
Mi ย domando se le Amministrazioni abbiano chiaro in che direzione stiano andando, se hanno conoscenza della situazione del car sharing nelle cittร Europee di piccole o medie dimensioni ed in particolare di come credono di interagire con il trasporto pubblico.
Si ripete la situazione italiana delle politiche (o decisioni) โon-offโ: โda estreme ย proposte di trasporto urbano ย gratuito in alcune cittร ย (prassi fallita laddove รจ stata proposta) alla speranza di risolvere i ย gravi problemi di mobilitร con i ย servizi di car sharing (dove, quando รจ un successo come si racconta ย lo sia a Parigi, coprono meno del 1% della domanda di mobilitร ).
Credo che la corrente pubblicistica sulla โsharing economyโ e sulle esperienze di successo (?) del car sharing nelle metropoliย (Milano, Roma) oย grandi aree urbane (Firenze, tutto da verificare) stia fortemente influenzando ed โelettrizzandoโ (purtroppo negativamente ย a mio parere) le scelte dei โDecision Takerโ (o Assessori) sulle soluzioni di mobilitร , in particolare nelle cittร di piccole e medie dimensioni nel:
- considerare i servizi in โsharingโ come la soluzione dei problemi di mobilitร mentre possono al massimo coprire alcune esigenze ed bisogni;
- considerare questi servizi come sostitutivi dei servizi di trasporto pubblico invece che complementari ad efficienti e diffusi servizi di trasporto pubblico, come avviene in qualsiasi cittร โsmartโ;
- considerare il car sharing un โservizio di mobilitร โ a costo zero (sia per investimento che per gestione) del tutto delegato al privato, esternalizzando qualsiasi problematica operativa ed organizzativa;
- non comprendere che comunque la cittร โsupporta o finanziaโ lโoperazione permettendo ad esempio alle โsharedโ car di non pagare i parcheggi, di sostare in ZTL e/o usufruire delle corsie preferenziali (che in generale sono comunque poche), sacrificando ancora di piรน la poca qualitร che si dovrebbe dare con il servizio pubblico.
Infine anche se teoricamente si puรฒ riconoscere al car sharing la possibilitร di ridurre le vetture in circolazione (o forse di eliminare la seconda vettura familiare, se non giร colpita dalla persistente crisi economica) si deve comunque riconoscere che ad esempio anche solo 50 vetture car sharing (anche elettrico) in una via principale utilizzata anche dal trasporto pubblico sono comunque un evidente elemento di congestione: fattore negativo che puรฒ essere solo combattuto con un utilizzo riqualificato del trasporto pubblico.
Ribadisco inoltreย che, come sta emergendo in varie situazioni, il car sharing nelle cittร di piccole e medie dimensioni risulta essere, al massimo, un servizio marginale, tanto che il direttore di una delle imprese di car sharing piรน famose operanti a Milano e Roma ha dichiarato recentemente che le piccole e medie cittร non sono incluse nel loro business.
In realtร le cittร hanno bisogno di un trasporto pubblico efficiente ed esteso basato su alcune linee ad alta frequenzaย e controllate in terminiย di qualitร e affidabilitร . Rispetto a queste linee si possono poi definire servizi di feeder, flessibili o a chiamata e di last mile, che possono anche ย contemplare lโopzione del car sharing ecc.
Perย tutto questo occorre una visione complessiva della cittร in termini di accessibilitร , equitร e vivibilitร sulla quale definire innanzitutto il ruolo del trasporto pubblico, tramite un ย piano della mobilitร (o ย SUMP come da un poโ di anni indicato dalla EU) centrato sui bisogni, identificati con un grande lavoro di concertazione nei quartieri, raccolta dati (anche tramite i social media) e tanta “intelligenza” pianificatoria e gestionale
Ancora una volta invece siamo in presenza di scelte โalla modaโ che rischiano di essere un boomerang, diffondendo la sensazione che si possano risolvere tutti i problemi di mobilitร con il car sharing che รจ comunque un servizio personale e privato.